Comunicato stampa 16 luglio 2016

Siamo ineluttabilmente legati a quel concetto religioso rafforzato da quel gigante di Dante, dell’esistenza di un mondo ultraterreno tripartito dove l’inferno, purgatorio e paradiso accoglieranno le nostre anime secondo una giustizia divina.

Sono sempre più convinto che almeno l’inferno non sia di un altro mondo. Lo dico vedendo le immagini di queste ore di treni sventrati, di vite giovani schiantate in una notte d’estate che i fuochi avevano allietato, da una furia cieca e vigliacca che ritiene di agire per conto e per nome di una divinità.

Per queste ore tristi ognuno di noi e per quanto ci riguarda il Circolo degli Inquieti, deve sentirsi come l’Eremita dei Tarocchi. Solitario, meditabondo, con la fioca luce di una lanterna, a cercare quello che d’intorno inferno non è. Questo è e sarà il nostro compito. Useremo la cultura come lanterna, il cuore come sentiero, la fortuna come bussola e la letizia come tappa. Sarà un cammino lungo, difficile, bello se fatto in condivisione.

Cercheremo di unire le forze con nuove adesioni e di fortificare le nostre conoscenze. Ci sforzeremo di essere pungolo per una società civile e di essere stimolo per noi stessi.

Perché se ad un inquieto si spegne la lucerna cessa la ricerca e diventa preda di quell’inferno che la maggior parte degli uomini non distingue più.

Paolo De Santis
Presidente Circolo degli Inquieti

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