Lo Scaffale Inquieto

a cura di Ilaria Caprioglio

La rubrica Lo Scaffale Inquieto prosegue con il contributo del maestro Ugo Nespolo, artista, regista, già presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Socio
onorario del Circolo degli Inquieti per il quale ha creato il logo.

contributo di Ugo Nespolo

Ah! I libri, Da noi in casa, in studio e dovunque si assiste alla implacabile invasione dei libri. I più informati dicono – con qualche errore ma senza reticenza – trentamila! Chi mi è più vicino ordina invece “per un libro che entra uno DEVE uscire”! Che mi han fatto i libri? E poi quali?
Domande che chiederebbero forse risposte dotte, saggi socio-filosofici, analisi didattiche e poi tutto il resto. Ma io quasi per civetteria voglio iniziare dalla “vernice”. Si direi dall’aspetto più decorativo del libro (se si potesse dire senza fare inorridire). Intendo proprio le pareti di casa quelle proprio tinteggiate e colme di mobili, quadri, specchi e tutto il resto.
Proprio quelle pareti che io adoro invece “foderate”, imbottite di dorsi multicolori di scansioni a colori e di spessore, di titoli magari illeggibili a distanza ma “consolanti” nel loro insieme. È poco? È ridicolo? Non lo so davvero, ma – son certo – una stanza “foderata” di libri dà un senso di tranquillità, sicurezza e potere anche! Par di avere il mondo (quello che ci è piaciuto collezionare, interrogare) ai nostri piedi, anzi alle nostre mani! Poi si sa dall’aspetto più edonistico si deve passare con un lento movimento di avvicinamento dal gruppo dei libri sino al libro singolo – quello scelto in quel momento – per vivere ore, magari pochi minuti quell’avventura che il libro ci racconta.

Per quanto mi riguarda allora voglio trascurare, per non annoiare, la parte dei miei pesanti scaffali ingolfati di libri d’arte, architettura, fotografia eccetera, così vorrei trascurare anche le zone che contengono saggi di critica d’arte, filosofia, semiologia e giù di lì. Voglio invece – brevemente – dire quanto vitale è per me il pianeta dei “libri d’artista” quel meraviglioso territorio dove il libro sposa l’opera di un artista visivo per creare una sorta di campo terzo, di ricerca e di oggetto. Qui da me – e questi sono i libri – che davvero mi han formato, c’è un excursus ampio delle opere delle avanguardie storiche nei quali quasi meglio (con più forte unione fra teoria e pratica) si può “leggere” il valore di quelle istanze per davvero non convenzionali, portatrici di una rivoluzione che ha inciso un solco profondo e prodigo che ancora insegna e chiede conto ai pallidi esiti estetici contemporanei.

E così tanto per citare un cammino cartaceo fra lo splendere grafico delle avanguardie storiche vorrei ricordare – un poco a caso – titoli ed autori con i quali ho voglia di convivere quasi. Come se guardassi una delle molte vetrine propongo un viaggio da Marinetti del “Poema di Torre Viscosa” o “Zang Tumb Tumb” o “Scatole d’Amore in Conserva” attraverso le “Liriche Radiofoniche” di Depero con il “Bullonato” o “Spezzature” o “L’Istituto per Suicidi”. Poi c’è Soffici con “Chimismi Lirici” o Fillia che racconta la “Cucina Futurista” giù fino a Russolo e la sua “Arte dei Rumori” o Folgore con il suo magico “Canto dei Motori”.
Più in là c’è il mondo internazionale, una vasta miniera di perle e diamanti in cui scavare senza limiti. Mi vengono in mente Tristan Tzara con “De nos oiseaux” o Eluard-Ernst “Les Malheurs des Immortels”. Vedo Apollinaire con i suoi “Calligrammes” o Bréton folle in “Martinique charmeuse de serpents”. E avanti quasi senza fine nel mondo magico di “Le Cirque” di Léger o dei suoi “Mes voyages” per dirigermi verso gli intellettualismi di Duchamp in “Large glass” o nel “Klänge” di Kandinskij.

Un viaggio infinito di avventure visive ed intellettuali sulle quali ho cercato di costruire il mio pensiero, il mio modo di fare e di agire. Esempi geniali in cui perdersi come in un labirinto scintillante che ad ogni angolo, ad ogni pagina, rivela sempre sorprese senza fine.

Ugo Nespolo, protagonista poliedrico del panorama artistico contemporaneo ha dimostrato interesse anche verso il cinema, il teatro e l’arte nella suo più ampio e multiforme ventaglio espressivo.
È stato Presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino dal 2011 al 2014. Ha esposto in gallerie e musei in Italia e nel mondo. Integra lapittura e l’arte figurativa con altre discipline, lavorando su piani multipli del linguaggio artistico e culturale. È la più conosciuta espressione e la più “alta autorità” patafisica italiana. Denso e costante è il suo dialogo con la filosofia. Si onora di avere il proprio diploma firmato da Raymond Queneau che aveva apprezzato un suo piccolo libro di logica stampato dall’Editore Schwarz nel 1968.

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