Giorgio Gallesio, scienziato Inquieto: da quest’anno gli dedichiamo un Premio

Una novità di questa VI edizione della Festa dell’Inquietudine sarà il Premio dedicato a Giorgio Gallesio, eminente scienziato Inquieto, un Italiano illustre, nato nella terra patria della Festa. Questo perché sarà una Festa ad alto tasso culturale: il tema conduttore, Virtù e Conoscenza, lo richiede e il Comune ospitante se lo merita. Finale Ligure ha un’intensa, continua e originale attività culturale, ma ancora prima è terriotorio di grande rilievo storico-culturale-ambientale. In esso esistono diverse eccellenze di valore nazionale e internazionale e nell’edizione 2013 intendiamo valorizzarle. Una di queste è il grande scienziato Gallesio che ebbe i suoi Natali nel 1772 proprio a Finalborgo, nel cuore storico di Finale Ligure, e che ora è sepolto tra gli uomini illustri nel chiostro della Basilica di Santa Croce a Firenze. Il Premio a lui dedicato farà quindi riferimento alla sua “Pomona Italiana“, la prima e più importante raccolta di immagini e descrizioni di frutta e alberi fruttiferi realizzata in Italia. Con questo Premio sarà riconosciuta una personalità che si è distinta nell’ambito naturalistico e, specificamente, botanico, ma non solo….

Allora abbiamo chiesto al Professor Giovanni Assereto di tratteggiare la figura di questo scienziato. Dallo scritto emerge la grandezza di un Uomo poliedrico, citato per i suoi studi da Charles Darwin, apprezzato per le sue doti politiche dal Prefetto napoleonico Gilbert Chabrol de Volvic, onorato per le sue opere dall’Accademia dei Georgofili.

di Giovanni Assereto

Uomo poliedrico: giurista, letterato e botanico

Nato nel 1772 a Finalborgo da una famiglia di possidenti che vanta un qualche status nobiliare, Giorgio Gallesio viene avviato agli studi giuridici presso l’Università di Pavia, dove si laurea in utroque  nel 1793. Fin da giovane coltiva tuttavia anche interessi diversi: quelli letterari e poetici, che lo vedono buon verseggiatore e membro di varie accademie, ivi compresa l’Arcadia; e soprattutto quelli botanici, che egli coniuga ben presto con l’attività pratica, quale oculato amministratore delle proprietà di famiglia (nella stessa Finale, a Calvisio e a Calizzano), dove tra l’altro contribuisce alla diffusione della varietà di olive taggiasche, destinate a una grande fortuna fino ai giorni nostri. Ma più che agli ulivi, l’attenzione di Gallesio si volge alle viti, agli alberi da frutto e in particolare agli agrumi: «alberi affascinanti – scriverà – che riuniscono i pregi delle piante ornamentali e di quelle utili».

L’avventura politica francese

Nel 1797, con la caduta del regime aristocratico nella Repubblica di Genova, rischia per un attimo di farsi trascinare nell’avventura politica “giacobina”, ma infine si tiene in disparte. Diversamente vanno le cose quando, nel 1805, la Liguria è annessa a quell’Impero Francese le cui strategie tecnocratiche concedono grande spazio agli scienziati, e in genere agli intellettuali portatori di un sapere innovativo con finalità pratiche. L’amministrazione napoleonica, che nel Dipartimento di Montenotte è retta per diversi anni da un tecnocrate per eccellenza come il prefetto Chabrol, gli apre infatti le porte chiamandolo a diversi posti di responsabilità: membro del Consiglio di Dipartimento, commissario ai lavori stradali, sottoprefetto di Savona.

Nel 1810 va a Parigi per presenziare alle nozze di Napoleone con Maria Luisa d’Asburgo; lì viene nominato uditore al Consiglio di Stato (il primo gradino delle grandi carriere napoleoniche) e pubblica nel 1811 – dedicandolo a Chabrol – il Traité du citrus, opera di straordinario rilievo teorico e pratico sulla classificazione e la coltivazione degli agrumi.

Nel 1813 diventa prefetto di Montenotte il giovane aristocratico genovese Antonio Brignole Sale, che alla caduta di Napoleone viene inviato al Congresso di Vienna per difendere l’indipendenza della restaurata Repubblica di Genova e porta con sé, come segretario, proprio Gallesio. La missione fallisce e la Liguria viene incorporata negli Stati Sardi, ma tanto Brignole quanto il suo segretario entrano nelle grazie del governo sabaudo: il secondo tuttavia, dopo aver accettato un impiego di scarso rilievo che è in pratica una sinecura, preferisce dedicarsi soprattutto agli amati studi di botanica.

La “Teoria della riproduzione vegetale” nell’opera di Charles Darwin

A Vienna ha pubblicato in tedesco una nuova edizione del Traité du citrus, e nel 1816 lo ristampa in italiano a Pisa, col titolo di Teoria della riproduzione vegetale. Sia al testo francese sia alla versione italiana farà riferimento Charles Darwin in numerose pagine del suo The Variation of Animals and Plants under Domestication edito nel 1868, sottolineando così l’importanza di quei lavori. Ma ancor più significativa è l’opera che Gallesio comincia a dare alle stampe, sempre a Pisa, nel 1817: la Pomona italiana, grande catalogo delle varietà frutticole della penisola contenente la loro riproduzione in disegni che illustrano, con la maggiore fedeltà possibile, le peculiarità morfologiche di ognuna. Come ha scritto Antonio Saltini nella “voce” del Dizionario biografico degli italiani a lui dedicata, Gallesio si propone di compilare un repertorio analogo a quelli che, tra fine ‘700 e inizio ‘800, «i più illustri botanici europei avevano assicurato ai rispettivi paesi», compito assai arduo «in un paese diviso in una pluralità di Stati dalle caratteristiche climatiche e agrarie lontanissime, tra i quali mancava ogni tradizione di studi botanici e agronomici comuni».

pomona italianaL’impresa lo impegna – anche finanziariamente – sino alla morte che sopraggiunge nel 1839 e gli impedisce di portarla a termine. Ma, anche nella sua relativa incompiutezza, la Pomona è un ammirevole monumento di scienza e di bellezza figurativa – come ognuno oggi può verificare consultando, nel sito www.pomonaitaliana.it, un’edizione ipertestuale di quel capolavoro, che Massimo Angelini e Maria Chiara Basadonne hanno realizzato nel 2004 – ed è anche un tassello fondamentale della nostra storia nazionale: si potrebbe affermare che, come Manzoni ha unificato l’Italia nella lingua e Pellegrino Artusi nella cucina, Gallesio lo ha fatto nell’arboricoltura.


I riconoscimenti dal mondo scientifico

Onorato in vita con una lunga serie di riconoscimenti da parte sia del mondo scientifico – è membro di prestigiose istituzioni come l’Accademia delle scienze di Torino, quella dei Georgofili di Firenze e la Société d’horticulture di Parigi – sia della dinastia sabauda, che lo accoglie nell’Ordine Mauriziano e nel 1828 gli conferisce il titolo di conte, anche dopo la morte la fama delle sue opere  non viene mai meno. Ma è soprattutto negli ultimi vent’anni che l’interesse per il personaggio ha conosciuto un eccezionale risveglio, grazie al Centro per la promozione degli studi su Giorgio Gallesio e al suo presidente Carlo Ferraro, all’Accademia dei Georgofili, a uno studioso come Enrico Baldini che ha dato alle stampe un gran numero di inediti gallesiani, dai bellissimi Giornali dei viaggi ai vari scritti di botanica come l’Atlante citrografico, il Trattato del lazerolo, la Memoria sulla circolazione della linfa. Così oggi possiamo ripercorrere con piena consapevolezza la sua opera e annoverarlo, a buon diritto, tra le più apprezzabili glorie del nostro paese.

Anche sull’ultimo numero de La Civetta

Giovanni Assereto (1946) è ordinario di Storia moderna presso l’Università di Genova e direttore della Scuola di dottorato Società, culture, territorio. Tra le sue pubblicazioni: La Repubblica Ligure (Torino,1975); Sotto il felice e dolce dominio della Serenissima Repubblica. L’acquisto del Finale da parte di Genova e la distinta relazione di Filippo Cattaneo De Marini (Savona, 1999); Le metamorfosi della Repubblica (Savona, 1999). Ha curato l’edizione italiana della Statistique di G. Chabrol de Volvic (Savona, 1994), una Storia della Facoltà di Lettere genovese (Genova, 2003) e la Storia della Liguria (Laterza, 2007). 

Menu