A colloquio con Giorgio Galli

Abbiamo rivolto all’esimio politologo italiano Giorgio Galli domande a trecentosessanta gradi, spaziando dalle dottrine politiche alle culture esoteriche, dalla classe intellettuale alle presunte leadership, dal potere economico al potere del web, per cercare di capire quale sarà il futuro dell’Italia e quali comportamenti e strategie dovrà seguire per uscire dall’attuale crisi economica e istituzionale.

Nel libro “La Magia e il Potere” (Ed. Lindau, 2004) Lei ha analizzato storicamente la relazione fra il potere politico e i vari filoni della cultura esoterica: brilleranno ancora, in futuro, quei lampi di esoterismo nella pratica politica?

A mio avviso, non vi sono al momento elementi che possano far pensare a “lampi di esoterismo” nella pratica politica, come quelli descritti nel libro. Va, tuttavia, tenuto presente che aspetti di cultura esoterica (come quelli presentati nei primi capitoli di un mio libro successivo “Esoterismo e politica”, Ed. Rubettino, 2010) si sono sedimentati a lungo nella nostra storia e, approfondendo la tesi dei “residui” di Vilfredo Pareto, Luigi Ferrari, in un testo di quasi mille pagine (“L’ascesi dell’individualismo economico”, Casa editrice Vicolo del Pavone, 2010) abbina l’esperienza di economista e di psicoterapeuta per dimostrare che questi sedimenti hanno durata tale da potersi manifestare in contesti del tutto nuovi, particolarmente, aggiungo io, in fasi critiche come quella attuale, con una depressione economica (con conseguenze valoriali) in atto dal 2008. Non si può, dunque, escludere che questi “lampi” possano prodursi in un prossimo futuro.

Il capo carismatico, di weberiana memoria, potrebbe essere la risposta vincente a una situazione di crisi come quella che sta vivendo il mondo politico odierno, affollato da discutibili leader?
Per questa stessa ragione, se Weber aveva ipotizzati “profeti carismatici” per la sua tempestosa epoca (morì nel 1920), credo non si possa escludere che figure analoghe possano presentarsi sulla scena nei prossimi anni, forse altrettanto tempestosi, figure ben diverse dai leader attuali, per i quali il termine carisma è del tutto inappropriato.

Lei ha affermato come, attualmente, la caratteristica fondamentale del potere in politica sia lo scarso controllo da parte dei cittadini e come il potere economico delle banche e delle multinazionali sia totalmente fuori controllo. Il web, utilizzato da Grillo per trasformarsi da “comico a tribuno”, potrebbe rappresentare un valido ed efficace strumento di riflessione critica sul potere incontrollato?
Il web può essere uno strumento per aggregare e raccogliere cittadini che avvertono questo problema, anche se il fenomeno del movimento 5 Stelle mi pare molto condizionato dalla specifica realtà italiana e dalle insufficienze del nostro ceto politico.

Lei è uno dei Padri della politologia, i Suoi studi hanno riguardato la storia delle dottrine politiche e approfondito vari aspetti della politica a livello internazionale. Non le sembra che le risposte alla globalizzazione e alla crisi economica internazionale che vengono dalle forze politiche di derivazione liberale, socialista, cristiana si stiano dimostrando inadeguate? Ma l’inadeguatezza sta nelle proposte-risposte oppure nell’invecchiamento delle culture e delle dottrine politiche che le ispirano?
Anche le dottrine politiche oggetto della domanda sono ben sedimentate nella nostra storia. Sono inadeguate se prese alla lettera nei testi che hanno prodotto. Ma possono essere utili, purché vengano adeguate alla nostra realtà. Caratterizzata dall’egemonia del capitalismo globalizzato delle circa 500 multinazionali che dominano il pianeta, incontrollabili dai cittadini e poco controllabili anche dal potere politico.

Quali sono, secondo Lei, le emergenze che l’Italia dovrebbe affrontare senza indugio per riprendere a percorrere un cammino di sviluppo?
Si continua a parlare di “crescita”, abbinata al ”rigore”, quasi come replica alle teorie della “decrescita”, stile Latouche. Ma credo che i vecchi modelli di crescita, auto, elettrodomestici, consumi superflui, cementificazione e distruzione ambientale, siano ormai improponibili. L’idea di Latouche di consumi di beni a chilometro zero è buona, ma a mio avviso riduttiva. Si può pensare a un modello di sviluppo che per l’Italia può corrispondere alla messa in sicurezza di un territorio che, dalla Liguria alla Sicilia, frana ad ogni alluvione. Ci può essere lavoro per tutti, dal badilante all’urbanista, dal geologo al muratore.

In una recente intervista Lei ha dichiarato come il primo decennio del Duemila abbia confermato quanto la nostra classe intellettuale e politica sia inadeguata ad attuare quelle riforme di cui abbiamo disperato bisogno. Ritiene che anche il governo d’emergenza e d’unità nazionale guidato da Monti possa rivelarsi inadeguato e stia vivendo un momento di difficoltà?
Il governo Monti sembra avere una percezione del problema, quando promette risorse per arrestare il degrado delle città (25 giugno). Ma la dimensione della messa in sicurezza è ben più ampia e occorrono ben più risorse dei due miliardi per i capoluoghi. E’ necessario un governo che susciti entusiasmo per un grande progetto, che raccolga solidi consensi sulla base del progetto e dell’entusiasmo che può suscitare, mentre l’esecutivo di Monti ha la ristrettezza di visione derivante dall’ignorare la realtà di cui si detto: il capitalismo globalizzato delle 500 multinazionali, che lo inchiodano ai problemi dell’euro, da esse stesse provocati.

Le misure adottate nel recente accordo al vertice UE, siglato a fine giugno a Bruxelles, potranno “curare” il nostro Paese?
In questo quadro non c’è, evidentemente, da attendersi che le vaghe decisioni prese a Bruxelles possano influenzare le vere decisioni delle multinazionali, soprattutto delle banche d’affari americane, che spostano i loro investimenti dove sono più convenienti, ipotizzando il costante indebolimento dell’euro.

a cura di Ilaria Caprioglio

Giorgio Galli, docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Milano, è uno dei più affermati politologi italiani. La sua produzione di storico è orientata prevalentemente alla storia contemporanea italiana, con Rizzoli ha pubblicato fra gli altri Storia del partito armato (1986), Storia dei partiti politici europei (1990), I partiti politici italiani (1991). In molteplici scritti, tra i quali Hitler e il nazismo magico. Le componenti esoteriche del Reich millenario (Ed. Rizzoli 1989), La politica e i maghi. Da Richelieu a Clinton (Ed. Rizzoli 1995), La venerabile trama. La vera storia di Licio Gelli e della P2 (Ed. Lindau, 2007), Esoterismo e politica (Ed. Rubettino 2010) ha, inoltre, esplorato temi di carattere sociologico, con particolare attenzione al connubio tra storia ufficiale ed esoterismo. E’ stato ospite della V edizione della Festa dell’Inquietudine per parlare del rapporto fra potere e magia.

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