“Dammi un cuore che ascolta”

Viaggio tra la conoscenza e la trascendenza

di  Paolo De Santis

In un brano dell’Antico Testamento c’è un passo tratto dal “Libro dei Re” ove Salomone figlio di Davide in sogno è al cospetto di Jàhve che gli parla dicendo: “Chiedi ciò che io devo concederti”. Un Re che si sente rivolgere una simile proposta dal suo Dio, avrebbe mille desideri, che so di potenza del suo esercito, di ricchezze, di maggior potere. Invece chiede: “ dammi un cuore che ascolta”. (1 Re 3,9)

Sono in silenzio, la sera del mio onomastico, nel caldo di una incipiente estate perso nel volo delle rondini che segnano traiettorie spirali e rifletto … Forse non è con il cuore, ma con l’orecchio che si ascolta. Uno dei cinque sensi che ci consente di confrontarci con il mondo che ci trasmette le vibrazioni alle membrane timpaniche ed a sua volta ai nervi acustici fino alla corteccia cerebrale. Maledetta deformazione professionale del medico! Con cosa ascoltiamo?

Il positivismo

Sempre di più oggi siamo coperti da suoni, messaggi, rumori che riflettono l’atteggiamento della vita quotidiana. Questo è il mondo che ci circonda. Quel mondo che insegna ad approfittare delle occasioni. Quei genitori che insegnano ai figli di farsi furbi, di cogliere al volo le opportunità, di non lasciarsi superare, come spesso facciamo noi alla guida di vetture. Nella riflessione è quello che, anche se non in maniera marcata, ma velata, cerco di trasmettere a mia figlia. Sarà il messaggio giusto? Piuttosto, non sarà più corretto trasmettere con pacatezza che il mondo va ascoltato e come il chicco dalla pula, va estrapolato quel senso di riflessione e di calma che consente di riprendere quella capacità di ascoltarci?

Amo la musica ed il ritmo, ma a ben vedere il primo rumore che sentiamo è il fluire del sangue materno che scorre dalla placenta nel cordone ombelicale. Forse è per questo che si dice di sentire il ritmo nel sangue, forse è per questo che le vibrazioni che il ritmo ci trasmette ci stimolano increzioni che portano poi a modificare il nostro stato, che ci rendono puberi, che ci portano scompensi o che ci danno la felicità. Riecco, ricado nel più pesante positivismo che riconduce ogni pulsione e sensazione ad una produzione chimica. Si direbbe la “forma mentis” del dottore. Eppure se non si parte da questi dati non si può andare da nessuna parte.

L’esoterismo

Nel corso di un recente  incontro pubblico con un noto politologo e studioso di esoterismo, ho posto una domanda del tipo: “oggi, secondo Lei, abbiamo più bisogno di esoterismo?” La risposta che ne ebbi fu affermativa, ma il giorno seguente fui fermato da una persona del pubblico che aveva riconosciuto in me un medico, che mi disse: “Dottore, ma lei visita i suoi pazienti con la sfera di cristallo?” Alle mie  argomentazioni di risposta, faceva seguito in me una riflessione più profonda.
A ben vedere la Scienza – il maiuscolo non è casuale – con la Fisica e la Matematica, ha spiccato il colpo d’ala verso la metafisica e la trascendenza. Einstein, Heisenberg, Pauli, solo per citarne alcuni, con le loro teorie hanno modificato il pensiero galileiano e cartesiano. L’equazione spazio/tempo, la curva che altera, per come li conoscevamo prima,  o meglio che regola  questi rapporti, ha sconvolto le nostre certezze. Forse i viaggi spaziali in un futuro potranno essere fatti non come li concepiamo oggi, impossibili per la nostra natura (si pensi che solo per raggiungere Giove, nessuno scheletro umano potrebbe resistere senza dissolversi, per la mancanza di gravità per tempi così protratti), bensì sfruttando quella soglia dello star-gate e del  wormhole,  che i fisici hanno già in via teorica individuato. E’ di questi giorni la scoperta del bosone o particella di Dio di Higgs.

 

 

La Scienza Medica

Parlando della scienza Medica, siamo molto in ritardo. Stiamo arrivando a conoscere i più fini mediatori che regolano i metabolismi. Stiamo capendo che alcune cellule effettrici di certe reazioni, quindi in caso di malattie giudicate come causa, non sono altro che ubbidienti esecutori di ordini provenienti da altre sedi. Stiamo cercando d’interferire con anticorpi a queste azioni (le classi dei farmaci cosiddetti biologici). Ma il volo non è stato ancora spiccato.
Il perché risiede nel fatto che la Medicina è una scienza del misurabile, e quello che noi possiamo riportare è ben poca cosa rispetto a quello che realmente si verifica entro noi. Per esempio, come possiamo misurare il pensiero. Recentemente dissi che i nostri neuroni sono in grado di interagire con una manciata di ioni e che solo i contatti con le moltitudini dei loro simili provoca i pensieri. Ma non siamo assolutamente in grado di capire a fondo come ciò avviene.

 

 

 

La simbologia del Serpente

La cultura orientale per certi aspetti è più avanti. Le cognizioni dei flussi energetici che da ogni cellula si diffondono, dei campi di energia che consentono a questi ioni di essere attratti o respinti, l’antica conoscenza della Kundalini (i serpenti che si avvolgono in sette spire intorno ad un asse per poi finire in due ali ) sono retaggi che vanno considerati non come antiche fole, ma come sapienze che possono e devono integrarsi con la cultura occidentale, che pure tanti progressi ha fatto negli ultimi decenni. Quale simbolo (da sunballo –ciò che unisce-) raffigura la scienza medica occidentale? Il Caduceo. Scettro di Hermes e di Asclepio che conferiva il potere di guarigione e veniva  esibito come simbolo per dirimere le liti.  Dunque se il simbolo per eccellenza della Medicina occidentale trae le sue origini da una cultura che è si greca, ma che trae le proprie radici ben oltre, o meglio che interpreta con la sensibilità occidentale saperi più antichi, possiamo sospettare che nessuno di noi può essere il depositario della giusta via e della verità. Forse solo dalla compenetrazione di queste antiche scuole e metodi di pensiero si potrà, forse un giorno lontano, arrivare a liberarsi da quella gravità che ci tiene avvinti alle nostre convinzioni.

Ritorno a Re Salomone, come in un ipotetico cerchio che si chiude nell’ouroboro, il serpente (guarda chi si rivede) “cauda vorans”.  In un clangore di urla e strepiti non voglio  né la sfera di cristallo né i pendolini ma … “un cuore che ascolta” non solo gli altri ma me stesso.

Immagini da: http://goo.gl/75NPq, http://goo.gl/WLiz6, http://goo.gl/s0fFo

Paolo De Santis, (1958) medico chirurgo reumatologo. Si interessa di storia e di approfondimento del pensiero esoterico. Appassionato di vela, ama profondamente la terra di Liguria ed il Mare Nostrum.

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