Eros Londinensis

Alessandro Bartoli

Il filo conduttore della Festa dell’Inquietudine è stato Eros e Inquietudine. In questo articolo si esamina il contrastato rapporto tra eros, sessualità e sudditi di Albione dall’età vittoriana ai giorni nostri. Dal “Niente sesso siamo inglesi” al ruolo determinante che alcuni clamorosi scandali pubblici ebbero per la morale anglicana e presbiteriana e che cambiarono per sempre volto alla Gran Bretagna.

La fobia vittoriana verso l’eros e il sesso

Della fobia vittoriana verso la sessualità si è scritto ed equivocato moltissimo, giungendo ad attribuire alla stessa regina che ha dato il nome ad un epoca un’avversione per tutto ciò che riguardava la sfera sessuale ed erotica. In vero Vittoria fu una donna appagata sul piano affettivo oltre ad avere la fortuna – assai rara tra le sue colleghe di rango – di sposare l’uomo che amava ed avere con lui una piena ed intensa vita coniugale. E per giunta il principe Alberto, suo consorte, non era uno smanioso intrigante degli affari di stato ma, al contrario, si limitò a fare il marito ed il padre, dando consigli alla moglie nelle faccende politiche solo quando richiesto. Vittoria fu, suo malgrado, una vedova inconsolabile; dopo la morte del marito soffrì di depressione, di insonnia, di crisi di panico a cui un moderato uso di oppio oltre a tonificanti vacanze in Scozia e in Riviera riuscirono a porre graduale rimedio. Suo figlio Edoardo VII fu l’emblema della belle époque godereccia, un esempio gaudente di eros londinensis, preso com’era da regate, ricevimenti e allegre relazioni con famose attrici e flessuose nobildonne. Difficile biasimarlo visto che la longevità della madre lo aveva relegato al ruolo di Principe di Galles a vita.

E i suoi sudditi? In effetti il rapporto tra eros ed inglesi nel corso dell’Ottocento fu alquanto travagliato. La rigida morale anglicana e presbiteriana non facilitava affatto una progressiva apertura dei costumi sessuali di oltremanica. Eppure già sul crepuscolo dell’età vittoriana qualcosa incominciava a muoversi: seppure in maniera impercettibile la necessità di vivere l’eros e la sessualità in maniera più libera e meno eteroindotta si fece lentamente strada, almeno tra le classi sociali più agiate.

L’età edoardiana: primi tentativi di maggiore libertà e parità sessuale

Con l’alba del Novecento, sepolta con buona pace di tutti l’età vittoriana e colei che le aveva dato il nome, iniziarono lunghi dibattiti sui diritti delle donne, sullo scandalo del loro sfruttamento nei bordelli di Londra, a sole poche centinaia di metri dai rispettabili palazzi del Buckingham e Westminster, oltre alla sempre più inaccettabile mancanza di voce in politica per metà dei sudditi inglesi (quelli con la gonna): piccole fastidiose punture di insetto sul ventre del maestoso leone inglese che faceva la guardia ad un impero di 900 milioni di persone. E furono soprattutto gli intellettuali, gli scrittori e gli artisti edoardiani a dare la prima scossa alla sopravvissuta morale tardo vittoriana proprio dal cuore della Gran Bretagna, dal loro serraglio di Bloomsbury, tentando di porre uomo e donna sul piano di un dialogo paritario, superando il pur importante movimento preraffaellita che ancora nella donna aveva incontrato – salvo rare eccezioni – l’enigmatica musa ispiratrice di liriche e quadri, custode e sacerdotessa di un eros ancora misterioso. La libertà di intrecciare relazioni, di troncarle quando esaurite, di avere una vita sessuale appagata furono dapprima motti elitari, riservati ai salotti più sofisticati di Londra e alle loro succursali, le ville di Capri o sulle pendici dei colli fiorentini, dove nulla faceva scandalo e collaudate coppie di amanti, divorziati recidivi e esteti omosessuali si amalgamavano nella perfezione nelle sale del caffè Doney. L’Italia, almeno fino al 1936, divenne una metafora di superamento delle ipocrisie e dei rigurgiti di puritanesimo che ancora soffocavano la società inglese ed il suo desiderio di riscoperta dell’eros e liberazione dei sensi. Ne era certo Forster scrivendo «Camera con Vista» e «Monteriano», ne ebbe conferma D. H. Lawrence quando solo in Italia riuscì a pubblicare «L’amante di Lady Chatterley» grazie all’editore fiorentino Orioli, mentre in Gran Bretagna l’opera veniva censurata per pornografia.

Gli anni ’60 e la Swinging London: Beatles, minigonna e pillola

London_SwingingMa la seconda forte scossa alla ritrosia inglese verso l’eros e la sessualità la si dovette attendere ancora a lungo, dopo la seconda Guerra mondiale e la fine del razionamento: sul principio degli anni ’60, con la nascita della Swinging London, le canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones, la mini gonna e pillola, si irradiarono lentamente risvegliando una generazione ancora ingrigita dalle macerie della guerra e dalla scomparsa dell’Impero. Un altro mostro sacro della letteratura inglese, Norman Douglas, comprese come l’erotismo potesse pervadere diversi aspetti della vita di ognuno, a partire dagli aspetti più quotidiani come l’alimentazione: fu lui insieme a Elizabeth David a mettere al bando l’ingessata cucina della perfetta massaia britannica «Mrs. Beeton’s Cookery Book», dando alle stampe «Venus in the Kitchen», un’ode alla cucina mediterranea e ai suoi inequivocabili influssi sull’eros.

Gli ultimi grandi scandali sessuali inglesi: Lord Beaulieu e Sir Profumo

Se ancora la Gran Bretagna era il paese degli scandali sessuali, quelli di Lord Beaulieu e di Sir Profumo, questi furono anche gli ultimi e in un certo senso determinanti per un cambiamento nel modo di affrontare le problematiche connesse alla sfera sessuale: nel decennio tra la fine degli anni ’60 e la fine degli anni ’70 anche il Parlamento si adeguò alla nuova società inglese, depenalizzando gli atti omosessuali tra adulti, rendendo meno ipocrita e difficoltoso il ricorso all’aborto, semplificando il divorzio ed avvicinando rapidamente la Gran Bretagna alla posizioni più progressiste tra i paesi dell’Europa occidentale.

Qualcosa è cambiato: sessualità e morale in Gran Bretagna oggi

Negli ultimi trent’anni il paese che ha condannato Oscar Wilde per omosessualità, che ha costretto all’abdicazione Edoardo VIII perché voleva sposare una divorziata americana, si è caratterizzato per le politiche sociali più evolute e discusse d’Europa insieme ai paesi scandinavi, all’Olanda e alla Spagna infuocata da un antico vento anticattolico. Non bisogna mai sottovalutare l’antico spirito utilitarista e pragmatico del paese che cinque secoli fa ha nazionalizzato Dio e privatizzato i beni della Chiesa. L’Inghilterra si è ripresa a fatica la fiaccola di paese moderno, discusso e spesso criticato al suo stesso interno nelle scelte etiche e sociali, ma che certamente per l’inesauribile vitalità e capacità di riprendersi dalle crisi (non solo economiche) continua a suscitare rispetto e recalcitrante ammirazione perfino dai suoi detrattori più accaniti, che la maledicono coram populo, per poi mandarci a studiare i propri pargoli.

Menu