Il capitale in fuga

di Dario B. Caruso

Lo conosco fin dalla sua nascita, ne sono fiero socio fondatore, ho seguito passo passo le centinaia di iniziative, i progetti realizzati, le idee messe in pratica, le difficoltà e le soluzioni.
Oggi mi rendo conto che in diciotto anni il Circolo degli Inquieti ha accumulato un Capitale misurabile solo parzialmente.

Possiamo quantificare il numero delle iniziative organizzate.
Possiamo calcolare il numero degli ospiti che ci hanno attraversato.
Possiamo addirittura risalire al numero di occhiali che Oliviero Toscani ha alternato, a quanti silenzi Antonio Ricci ha atteso prima di lanciare puntute stoccate, a quante volte la Raffa Nazionale ha spostato la sua frangetta, a tutte le parole di Costa-Gavras che sono film non ancora girati.

Ma c’è una parte della nostra storia di valore incommensurabile.
Non potremo mai pesare le emozioni di momenti irripetibili, scaturite da parole, suoni e immagini di piccoli e grandi Inquieti.
La leggerezza di Barbara Spinelli, i colori di Ugo Nespolo, gli aneddoti di Giovanni Rebora, le cupe riflessioni di Francesco Biamonti, le documentate considerazioni di Giulietto Chiesa, le sagge verità di Giuliano Boaretto, le speranzose realtà di Don Luigi Ciotti, le parole non-parole di Alessandro Bergonzoni, le note attese di Eugenio Bennato e quelle inattese di Renato (Fiacchini) Zero.
Non saremo mai in grado di stimare la portata culturale messa a disposizione nostra e di tutti coloro attratti dall’Inquietudine.

E nel desiderio di sicure incertezze e affascinanti novità, abbiamo due soli punti fermi.
Fermi ma in movimento.
Il primo: un gruppo di lavoro solido e Inquietamente motivato, che vede lo stesso orizzonte da geografie differenti. Il nostro è un puzzle con tessere che vanno a combaciare solo ogni bimestre, quindi – come la tela di Penelope – il puzzle si disfa e si ricompone in altre forme due mesi dopo. Possiamo conoscere ciò che è stato ma non immaginare ciò che ci attende.
Il secondo: la Civetta, arma di divulgazione non di massa, per tanti ma non per tutti, per chi la vuole e per chi non la vorrebbe. Oggi cambia pelle, vi invito a sfogliarla e giudicarla con la delicatezza che si ha nei confronti di una quasi diciottenne che si presenta alla società, un filo di trucco e un vestito che ne disegna le forme con involontaria e lieve malizia, ma gli occhi trasparenti e complicati.

È quindi con l’entusiasmo di chi ha molte sfide di fronte ma la strada felicemente segnata, che imbocchiamo in Fuga questo 2014.
Godiamocelo istante per istante, con il cuore rivolto alla 7^ Festa dell’Inquietudine (Finalborgo, 16-18 maggio).
Provate a prenderci!
Siamo o non siamo viaggiatori culturali per destinazioni insolite?

Elio FERRARIS
da BANDO DEGLI INQUIETI
La Civetta N. 0 – Aprile 1996

“Siamo il Circolo degli Inquieti.
Persone che vogliono provare a fare cultura a Savona,
in modo serio e divertente, per stare di più insieme,
per cercare di utilizzare al meglio gli interessi, le competenze dell’altro,
la sua vivacità, la sua inquietudine (…)
noi Inquieti non abbiamo un progetto, una finalità.
Abbiamo qualche idea, la volontà di discuterla e di operare insieme (…)”

Dario B. Caruso, chitarrista, compositore e didatta. Tra le composizioni per chitarra si ricordano: “I and me – rondò intimo” inciso da Ermanno Bottiglieri (Gendai – Tokyo), “Hearts – omaggio a Shakespeare” inciso dall’autore (Casa Musicale Eco – Monza) e “Le voci dell’anima”, recentemente registrato e pubblicato dal Trio Chitarristico di Bergamo per Musicisti Associati Produzioni di Milano. L’impegno di diffusione della cultura musicale si concretizza nel tessuto intellettuale della sua città attraverso il Circolo degli Inquieti – di cui è socio fondatore e attuale presidente – e Il Manipolo della Musica con la Scuola Etica di Chitarra Classica. In ambito teatrale-musicale, con la Compagnia Teatrale Miagoli ha presentato nel 2010 “Una storia della Mancia”, ispirato al Don Chisciotte di Cervantes, nel 2011 “Al riposo del pescatore”, ispirato a J.K.Jerome e Wodehouse, nel 2013 “Artù e i Cavalieri” che narra la vicenda di Camelot. Collabora con le psicologhe Nelly Mazzoni e Silvia Taliente nella realizzazione di sociodrammi ispirati a Jacob Levi Moreno e sulla cui personalità composto l’opera breve “Quando sono Dio”. (www.dariobcaruso.com).

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