Il nuovo lusso: a ciascuno il suo

Roberto Tedone
 
Fra tante sciocchezze ed eccessi di banalità, sulla piazza virtuale di Facebook talvolta si ha il piacere di incontrare qualche notizia interessante, buoni video, mordaci battute e soprattutto alcune minimalia di intime ma raffinate riflessioni.
Il nuovo lusso
Proprio come all’interno di un reale spazio fisico comune nel quale si consumano gli antichi riti della socializzazione (la piazza del paese, la via del passeggio, il caffè del quartiere, …), anche su Facebook ci si produce in formalità necessarie, si evitano accuratamente (ma mai definitivamente) le relazioni di circostanza, si ignorano i pesanti tormentoni … tuttavia parimenti si apprezzano i contenuti che le persone degne di tanto nome ti trasferiscono e condividono con te: sono sempre loro che cerchi con priorità perché sai che indipendentemente dall’umore del momento e dal tema trattato – sociale, politico, culturale, sportivo, umoristico, non importa quale – difficilmente potranno deluderti con messaggi e inserzioni inopportune.
Ebbene, tra le suddette essenze personali e filosofie quotidiane ho trovato questo gruppo che non ho esitato a condividere con i miei – pochi, a dire il vero – amici reali e virtuali, nel senso della relazione ovviamente.
Mi ha colpito la sua semplicità ed il suo messaggio minimale ma totalizzante: Nuovo Lusso.

 Privilegi del Nuovo LUSSO

“Esiste un nuovo lusso non fatto di oggetti costosi ed esclusivi ma di concetti semplici.

Nuovo Lusso

I privilegi del nuovo lusso sono:

  1. il tempo da dedicare alla vita …
  2. l’autonomia intesa come mancanza di competizione o soggezione
  3. lo spazio
  4. il silenzio
  5. l’ambiente sano e naturale
  6. la sicurezza come sensazione (non quella delle inferriate)
  7. la convivialità spontanea e disinteressata
  8. la creatività dell’ambiente in cui si vive
  9. la bellezza della semplicità e della sincerità
  10. il DECIMO PUNTO E’ SOLO TUO.

 Quale è il tuo nuovo lusso?”

 Non si vive “di corsa” solo per ansia competitiva

Perbacco, mi sono detto, che c’è di altro così fondamentale ? Come i versori di uno spazio personale e collettivo insieme che ridisegnano le regole del gioco, ho provato a pensare quale sarebbe potuto essere il mio decimo pilastro: tante alternative ma tutte sottoinsiemi dei precedenti 9 principi esposti …

Per chi – come il sottoscritto – vive “di corsa” ed ha paura di bruciare la frizione, la simbolica e bucolica gallina induce ad una pausa.

Ben inteso, non si vive “di corsa” solo per ansia competitiva o paura di sprecare il proprio tempo: c’è un gusto profondo ed adrenalinico nel cercare sempre il fondo delle situazioni e dei pensieri. Però il rischio di non cogliere tutte le sfumature e le declinazioni del contesto è oggettivo. E allora ? Si apre una dicotomia ed una nuova tensione tra le tante da risolvere ? Non sia mai il proporsi di una nuova scelta di fondo, tanto non c’è ragione che tenga: l’istinto sceglie per noi, sempre e comunque … e per fortuna quasi sempre al meglio. Saggezza antica, anzi, primitiva !

E allora se ne esce se cambiamo quando serve il sistema di riferimento: di là le leggi di tutti i giorni, di qua invece valgono i 9+1 principi semplici e solo quelli.

Certo, per chi gusta la competizione come una droga naturale e quotidiana ed è abituato fin da bambino a vivere di scianche – in genovese popolare, gare – su tutto il confrontabile (dalle partite a grette ai temi trattati da conferenziere), sarà un po’ difficile cominciare a cambiare – in corsa naturalmente ! – paradigma. Però, come in tutti i cambiamenti a valore, si comincia sempre con quel timore curioso verso la novità ma ci si abitua presto all’assenza assoluta di tensioni … Beh, proprio assoluta è difficile o perlomeno solo temporanea perché il fondo di inquietudine o di spleen marinaresco non è un male di vivere ma solo la sua ragione d’essere. E soprattutto in questa “sosta” non si è mai soli: pochi corridori però tutti motivati !

Il decimo principio

Ma se proprio devo scegliere il decimo versore, allora lo scelgo come punto di partenza: sì, un trampolino verso un altro sistema di riferimento, addirittura un mondo utopico dove si ricominci a parlare di valori. Di valori antichi, da insegnare con la fatica dell’esempio di tutti i giorni ai bambini: perché onore deve necessariamente essere una parola desueta ? Non significa forse dignità e rispetto di sé (e degli altri) ? Ed altro ancora, come ad esempio etica del business: no, non è una parolaccia: è solo una regola che dovrebbe essere alla base di ogni economia …

Pericoloso questo scivolare verso temi che condizionano così pesantemente la qualità della nostra esistenza: termino il mio stream of consciousness adesso, prima che il mio disquisire diventi eccessivamente politico, perché – in fondo – per me al nuovo Lusso potrebbe bastare la consapevolezza di appartenere ad una società che si adegui alle regole di base di un convivere civile nel rispetto e la valorizzazione di ogni suo componente … (“La Città del Sole”  di Tommaso Campanella 1568-1639. L’opera consiste in un dialogo tra un cavaliere di Malta ed un ammiraglio genovese, il quale ha appena fatto ritorno dal giro del mondo ed espone al suo interlocutore la vita di una città, chiamata Città del sole, che si trova sulla linea dell’Equatore. Il dialogo, che si ricollega alla tradizione della Repubblica di Platone e di Utopia di Tommaso Moro, serve a Campanella per illustrare la sua teoria ideale sulla migliore forma di governo e di convivenza civile … ).

La palla adesso è alzata: a voi il decimo principio ! E che tutti siano protagonisti.

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