Festa dell’Inquietudine: le Condizioni per Continuare

Dopo quattro edizioni è necessario riflettere sul futuro della Festa dell’Inquietudine e assumere le decisioni conseguenti

a cura di Elio Ferraris
La Festa dell’Inquietudine è diventata adulta. Dopo quattro edizioni con tanti ospiti illustri, giusto pubblico e buoni riscontri mediatici ha maturato esperienza e sicurezza.
La nostra Festa non è più solo la Festa del Circolo degli Inquieti ma è diventata un evento di promozione turistica e di valorizzazione dell’immagine del territorio.
Io Donna, settimanale del Corriere della Sera di metà maggio, in modo significativo, titolava un ampio servizio sul Ponente ligure… Liguria Inquieta.
Non basta dire Festival
Valutiamo, allora, la realtà delle manifestazioni culturali in Italia. Sembra che ogni anno si organizzino più di 1600 Mostre e più di 1200 Festival. Di recente se ne sono aggiunti – oltre a quello “dei disperati” a Torino con l’autorevole ispirazione di Guido Ceronetti –  almeno tre di alta qualità: La Festa della Marineria a La Spezia; “Dialoghi sull’Uomo”, Festival dell’antropologia contemporanea a Pistoia; Festival della Felicità a Pesaro-Urbino. Tutti per iniziativa dei Comuni capoluogo o dell’Amministrazione provinciale e dell’Istituto di Credito o della Fondazione bancaria del luogo. Non basta, infatti, avere un Festival o una Mostra per dare lustro e reddito al territorio. Per ottenere risultati occorre avere l’idea vincente e supportarla con una buona organizzazione e una adeguata disponibilità finanziaria. Quante delle 1600 mostre d’arte creano un’attrattiva turistica? E quanti dei 1200 festival vanno a finire sui media nazionali? Pochi. Per questo chi ha il Festival che funziona se lo tiene e chi non ce l’ha cerca di inventarsene uno.
Comitato Promotore tra supporto e incertezze
La Festa dell’Inquietudine nasce nel 2004 e rappresenta un’evoluzione dell’evento Inquieto dell’anno nato nel 1996. Il salto fu possibile perché sull’idea del Circolo degli Inquieti concordarono la Provincia di Savona, la Fondazione A. De Mari della Cassa di Risparmio e il Comune di Finale Ligure.
Nella prima edizione la concertazione tra i tre Enti fu molto efficace. Al Circolo degli Inquieti il supporto venne non solo con l’erogazione certa e puntuale dei finanziamenti ma anche nel sostegno coordinato e fattivo all’evento. Crisi economica generale, mutamenti negli assetti delle Amministrazioni e negli uomini, hanno poi determinato, per un Ente, dimezzamento del finanziamento e per l’altro ritardi nella deliberazione ed erogazione degli stessi. Nonostante l’assunzione di maggiori oneri da parte del Comune di Finale Ligure, si è, negli anni, creata incertezza nell’entità del budget e nei flussi di cassa. La notizia positiva è che da quest’anno la Regione Liguria ha inserito la Festa tra gli eventi di rilievo regionale.
Condizioni per andare avanti
A conclusione della IV edizione, il Circolo degli Inquieti pone, pertanto, una domanda: -il Comitato Promotore e la Regione intendono investire ancora sulla Festa dell’Inquietudine come evento culturale e di promozione del territorio? Se la risposta sarà positiva il Circolo degli Inquieti sarà ben lieto di continuare a mettere a disposizione competenze, relazioni ed energie umane per la direzione culturale, per la supervisione organizzativa e per la realizzazione dell’evento. Ma a due condizioni:
1-    una vera concertazione e la dotazione, da parte degli enti promotori, di una strumentazione “giuridica” atta alla gestione della Festa dell’Inquietudine. Il Circolo degli Inquieti è un’Associazione senza fine di lucro che non può assumersi responsabilità che travalicano questa sua caratteristica. Ha diretto le quattro edizioni con professionalità e con successo ma per fare un altro salto di qualità e far diventate la Festa ancor più soggetto testimonal del territorio è necessario che sia supportato da una società o un Consorzio  (espressione del Comitato Promotore)  che garantisca, prima di tutto, certezza del budget e gestione dei flussi finanziari nonché di alcuni suoi aspetti organizzativi (allestimenti, ospitalità ecc).
2-    la ricerca degli sponsor privati dovrà essere concertata dal Comitato Promotore, e    non lasciata solo al Comune di Finale e al Circolo degli Inquieti. Occorre proporre insieme la concezione “propulsiva” dell’Inquietudine
L’Inquietudine è attraente?
Basta scorrere l’elenco degli Inquieti dell’Anno, dei Soci Onorari, dei numerosi ospiti che hanno accolto il nostro invito a venire a discutere con noi per rendersi conto che poche altre idee hanno analogo appeal. E’ sufficiente leggere le interviste a  illustri uomini di cultura che questo bimestrale ha pubblicato per comprendere che è l’Inquietudine la cifra dell’uomo contemporaneo. Tutti si considerano, a modo loro, candidati a.. . Inquieti dell’Anno. Approfondiamone, allora, il senso vitale, la valenza umana, la dimensione culturale.
Un’idea di sviluppo
Il Circolo degli Inquieti è disponibile ad accrescere il suo impegno. Un’idea di sviluppo potrebbe essere di calendarizzare gli eventi in tre periodi dell’anno: Inquieto dell’Anno a febbraio o marzo; Festa dell’Inquietudine a fine maggio o primi di giugno; Inquietus Celebration a ottobre-novembre. Quest’ultimo evento, giunto alla V Edizione, ogni anno celebra l’inquietudine di tre personalità in uno specifico ambito (finora: 2007: economia, 2008: filosofia, 2009: erologia, 2010: scienza, 2011: spettacolo).
Una concertazione da parte del Comitato Promotore, pertanto, necessaria al proseguimento della Festa dell’Inquietudine, qui dove è nata, potrà essere accompagnata da un’articolazione di eventi utili, riteniamo, a valorizzare meglio anche la “dolcezza inquieta” di questa terra. Diversamente la nostra inquietudine ci porterà ad intraprendere nuove avventure ed approdare a nuovi lidi.

Ma la Festa dell’Inquietudine è utile?

La Festa dell’Inquietudine è diventato un evento molto complesso da organizzare e interessante da valutare sotto l’aspetto del ritorno economico e di immagine per il territorio

a cura di Elio Ferraris

Studio di impatto economico
La Festa dell’Inquietudine, come è stato per altri Festival – ad es. quello della Mente a Sarzana o della Filosofia a Modena – andrebbe sottoposto ad un studio di valutazione dell’impatto economico sul territorio.
Purtroppo questi .studi costano cari e pochi li ritengono utili o se li possono permettere. Avremmo, invece, tutti bisogno di capire meglio quale è il risultato conseguito dall’investimento di 150/170 mila euro che annualmente operano Enti e sponsor per la nostra Festa. Servirebbe a togliere eventuali presunzioni a noi organizzatori o dubbi e animosità ai nostri critici. In loro assenza dobbiamo procedere con il buon senso e per linee generali ma plausibili. L’investimento effettuato per la Festa dell’Inquietudine è tra i più bassi tra quelli effettuati per eventi analoghi: Festival della Mente circa 500.000 euro; Pordenone Legge circa 600,00; Festival della Filosofia come quello della Matematica circa 700.000; Festival dell’Economia di Trento circa 1.000.000; per arrivare a 1.500.000 del Festival della letteratura di Mantova, ecc.
Un calcolo prudenziale
Studi generali sostengono che il beneficio dovrebbe essere rappresentato dalla moltiplicazione di ogni euro investito per 4 o 5.
A seguito, infatti, degli effetti diretti – e cioè le spese di ristorazione, alloggio, trasporti, consumo di altri beni culturali, acquisto di prodotti vari dai souvenir al capo d’abbigliamento effettuate dai visitatori (turisti e escursionisti) di questi eventi – vi è  un impatto indiretto o di “secondo ordine” sulle filiere produttive (es. le forniture alimentari per i ristoranti o quelle alberghiere per i punti alloggio).
Un calcolo prudenziale (moltiplicatore 4 e non 5) porta, pertanto, a valutare in 600-700 mila euro l’impatto economico della Festa dell’Inquietudine.
Oltre l’impatto economico: esposizione sui media e opinion leader
A questi bisogna aggiungere gli effetti indotti determinati dal controvalore economico dell’esposizione sui media dell’evento che per la Festa è negli anni crescente.
Sarebbe utile integrare l’analisi di impatto economico “immediato”, con altri tre test: impatto economico della comunicazione; impatto immobiliare di medio periodo; impatto sociale. Per quanto riguarda la Festa dell’Inquietudine, riteniamo che vi siano esternalità positive, difficilmente quantificabili, che includono:

  • Promozione e reputazione della città, incremento della visibilità della location (“place marketing”) attraverso la comunicazione e le opinioni di autorevoli ospiti-relatori della Festa
  • Creazione di maggiori occasioni per il ritorno dei visitatori a Finale Ligure, non considerandola solo come “città-turistica”
  • Varietà della fruizione culturale
  • Migliore mantenimento dell’area e del Complesso Monumentale
  • Impatto didattico e sensibilizzazione culturale della città
Menu