L’enigma del nostro folle viaggio #festainquietudine2013

E’ dalla nascita del Circolo che usiamo l’esortazione dantesca “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” Con questi versi abbiamo, più volte,  qualificato la nostra Inquietudine

Un’Inquietudine chiamata Conoscenza

Lo abbiamo fatto perché abbiamo sempre sentito nostro quel desiderio “estremo” di conoscenza, quel bisogno umano di andare oltre il conosciuto, oltre il visibile, oltre i limiti, perfino, della propria semenza. Curiosamente, però, in oltre trecento iniziative, non abbiamo mai riflettuto a fondo su quel binomio e sul nesso che li lega. Lo vogliamo fare ora dedicandovi tre numeri de La Civetta ed una intera Festa dell’Inquietudine.

Cercheremo di ripercorrere l’Ulisse dantesco e le ragioni per cui il nostro massimo Poeta lo relega all’Inferno tra i consiglieri di frode, dopo averlo fatto inghiottire dal mare in tempesta. Sarà lo spunto per scavare nel tempo, oltre Dante e oltre a Omero, e nello spazio, oltre la nostra cultura, oltre la nostra etnia, per cercare di capire come virtù e conoscenza sono state elaborate, coniugate e vissute nelle diverse epoche e in contesti culturali diversi.

Per Grazia divina o per umana Ragione?

Lo faremo avvalendoci di competenze diverse. Ad Autori illustri abbiamo chiesto di scrivere su La Civetta e ai nostri collaboratori di portare le loro esperienze. Ad ospiti autorevoli abbiamo chiesto e chiederemo di partecipare alla Festa e agli eventi di collegamento per riflettere con loro su un argomento che si ripropone, ai giorni nostri, con straordinaria intensità e con varie angolature.

Una è quella di sempre e va diritto al “contrasto” tra chi ritiene la vera (o perfetta) conoscenza raggiungibile solo in virtù della Grazia divina e chi la considera conseguibile in questa vita con le forze della Ragione. Anna Segre ce la ricorda nel suo articolo citando il monito biblico “Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio… .”

Un’altra è quella che, nei tempi nostri, si pone in modo sempre più incalzante a fronte del tumultuoso avanzare delle conoscenze scientifiche e delle loro applicazioni. E Valerio. Meattini ce la evidenzia nella sua forte riflessione “Virtù e conoscenza non sono più due sorelle che calcano per lo più la stessa via, ma due poli che generano continue domande, a volte autonome e non sempre convertibili; nuove, oltre che rinnovate, inquietudini”.

L’assurdità dell’Oracolo di Delfi

Virtù e Conoscenza è, insomma, un tema affascinante che tutti gli Autori affrontano con cuore e intelletto, passione e competenza, forse, perché, ognuno con la propria sensibilità ed esperienza di vita è consapevole che non avrà mai vera conoscenza se non avrà conoscenza di se stesso.

Vale, allora, la pena, all’inizio di questo nostro “folle” viaggio, rimeditare  l'”assurdità” dell’iscrizione posta sul Tempio dell’Oracolo di Delfi: “Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei”. La nostra Inquietudine si alimenta di questo enigma: come può un uomo che conosce se stesso contemporaneamente conoscere ogni cosa?

Il Presidente del Circolo degli Inquieti, Elio Ferraris

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