ll limite e la musica

Dario Caruso

Note su Note
Anche nella musica “il limite”, con il passare del tempo, è stato spostato sempre un po’ più in là…Tra il serio e l’ironico pensiamo a: la dissonanza, la pulizia del suono, il volume del suono

Alcune settimane fa, un quotidiano di casa nostra amplificava un grido d’allarme proveniente da oltre Manica. L’azienda telefonica britannica annunciava che i numeri di telefono stanno per esaurirsi.
Sul momento rimasi perplesso.
Come è possibile che il sistema infinito dei numeri possa avere fine?
Quale nuova baggianata ci arriva da fuori confine?
Poi leggendo l’articolo in questione mi resi conto di come ciò sia possibile. Per quanto numerose e variegate siano le baggianate che in Italia importiamo, in questo caso specifico trattasi di una questione logica: vero è che il mondo dei numeri è illimitato, ma se noi lo inseriamo in un sistema finito ecco che presto o tardi si arriverà al limite oltre il quale non si potrà andare.
In questo modo però – mi sono detto – andiamo fuori tema rispetto alle nuove proposte per la Festa dell’Inquietudine 2010. Qui si parlerà di limiti che l’uomo, attraverso un lavoro costante e l’impiego di forze fisiche e mentali, riesce a rendere elastici plasmandoli su di sé
Elasticità dei muscoli, elasticità del cervello.
Certamente anche l’uomo è un sistema finito, quindi prima o poi l’elastico giunge al punto critico di rottura, cioè di non ritorno.
Veniamo ad una breve dissertazione a carattere musicale.
Già il titolo di questa semplice e contegnosa rubrica (“Note su note”) proiettato in avanti (“Note su note su note su note….) e magari tradotto algebricamente (“Note su note su note su note” il tutto elevato a potenza) documenta come musica e limite non parlino lo stesso linguaggio.
Il sistema delle note è un sistema finito; se noi lo inseriamo in un altro sistema finito (che è la testa di milioni di musicisti che nei secoli si avvicendano) ma ancora quasi totalmente inesplorato ci troviamo nella condizione esattamente opposta a quella denunciata dal general manager della telecom londinese (della quale francamente non è il caso di preoccuparci).
Ora, mentre il limite in ambito sportivo, matematico e filosofico ha una sua rilevanza ed una dignitosa rispettabilità, quando per un artista si dice che “ha superato il limite” equivale a dire “il limite della decenza”, cioè di quel sentire comune che risponde alle regole della buona educazione e della convivenza civile.
Quanti e quali sono i musicisti che abbiano sbattuto più o meno consapevolmente la capoccia contro tale limite dirvi non saprei.
Mi chiedo invece come il limite, con l’andar dei secoli, sia stato spostato gradualmente sempre un poco più in là.
Alcuni esempi.
La dissonanza
Ci fu un tempo in cui l’orecchio dell’uomo mal sopportava l’esecuzione simultanea di alcuni intervalli sonori; questi erano considerati dissonanti.
Oggi questi intervalli, tuttora denominati in maniera ipocrita e discriminante “dissonanti”, sono patrimonio comune di chi fa musica e di chi ne fruisce, Gigi D’Alessio compreso.
La pulizia del suono
Ci fu un tempo in cui l’orecchio dell’uomo, e soprattutto della donna, non accettava un suono greve, aggressivo, in gergo dicesi “sporco”.
Oggi molti generi (come il jazz e il rock) affondano le loro radici nel suono sporco, talvolta provocatoriamente sgradevole.
Il volume del suono
Ci fu un tempo in cui mia nonna, mia madre e mia sorella, mi intimavano di abbassare il volume dello stereo perché sennò i vicini….
Oggi è mia moglie che mi intima di abbassare il volume perché “sennò i vicini…..”; ma lei, nel contempo e a mia insaputa, indossa l’iPod e si spara nelle orecchie musica a tutto volume.***
Fine degli esempi.
Ci sarà un giorno che, come per magia, qualsiasi limite sarà addirittura bandito. La parola stessa si volatilizzerà dai dizionari, più velocemente dei congiuntivi ai telegiornali, più subdolamente dei reggiseno delle veline di turno.
Ci sarà grande festa su tutto il pianeta. E ognuno potrà essere investito secondo quanto dice di essere: il muratore sarà fornaio, il contadino sarà pescatore, il calciatore sarà opinionista, l’avvocato sarà commercialista, il letterato sarà astrofisico, il musicista sarà musicista.
Senza alcun limite.
*** Ho svelato l’arcano poiché quando le telefono
lei non può rispondere perché non può sentire.
“Al limite, il puro suono e la pura visione finiscono per coincidere.”
(Elio Matassi)
“Al limite, e nella “totalità”, è possibile afferrare solo
lo stato emozionale che (la musica nds)
comunica o evoca.”
(Alessandro Bertirotti)
“Fin dove la musica eguaglia di fatto i linguaggi,
essa si riferisce, puro nome, all’assoluta unità di cosa e segno,
che nella sua immediatezza è irraggiungibile da ogni umano sapere.”
(Enrico Fubini)
“La Moratti (Letizia nds) chiede un limite
per la musica straniera trasmessa dalle radio.”
(www.musicomani.it – titolo del 19 dicembre 2009)
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