PREMIAZIONE INQUIETO DELL’ANNO – GUIDO CERONETTI

Auditorium – Inquieto dell’anno

(Durante la Festa del 2013 si premia l’Inquieto dell’Anno 2012)

Nasce, Guido Ceronetti, in Piemonte, al bivio detto di Sant’Anna, tra Chieri e Andezeno, nel pomeriggio del 24 agosto 1927, Vergine con ascendente Capricorno, e non vuole essere definito “scrittore piemontese” o “torinese” perché è di lingua italiana, ne diffonde la sopravvivenza, dunque ritiene di non essere altro che uno scrittore italiano.
Autore di un’ottantina di pubblicazioni -molte in versi, e spesso tradotte da lingue antiche e moderne – Guido, uomo di teatro, ha la rivelazione del mondo delle marionette una sera di settembre del 1933 ad Andezeno, dove la baracca rischiarata all’acetilene di Gualberto Niemen metteva in scena La Iena di San Giorgio, dramma di cui era autore e animatore a più voci (per le femminili si pizzicava il naso). Era la storia fatta leggenda, di un macellaio canavesano che attirava clienti da più parti, compresa Casa Savoia, con la celebrità delle sue salcicce, edificate con le carni di povere ragazze dei dintorni da lui rapite e trattate, freschissime rose, con pepe e cannella nel suo laboratorio. Comprensibilmente impressionato, Guido se ne ricorderà a trent’anni durante la crisi esistenziale che lo trasformò in vegetariano di stretta osservanza e, ultraquarantenne, all’epoca della sua convivenza, poi matrimonio, con una giovanissima Erica Tedeschi: nascerà dalla singolare coppia uno stuolo di marionette a filo che daranno vita a spettacoli d’appartamento, in una baracchina smontabile, aperti a tutti nella loro modesta casa-atelier di Albano di Roma.
Il loro primo spettacolo sarà la versione ceronettiana de La Iena di San Giorgio, edita dopo da Einaudi, inizio delle molte vicende del Teatro dei Sensibili, che diventerà pubblico nel 1986 grazie al Teatro Stabile di Torino.
Dopo il 1991 il Teatro dei Sensibili, messe a riposo le sue gloriose marionette dopo la creazione di Viaggia viaggia Rimbaud (dopo 50 repliche in Italia e Europa) avrà una lunga maturità (con l’ausilio di Lola, organo di Barberia, e di intrepidi attori giovani) come Teatro Povero di strada, e non ha cessato, nonostante la dolorosa affaticata vecchiaia del suo fondatore e animatore, di operare e affascinare pubblico dovunque sia invitato (Festival dei Disperati, 2011; Pesciolini fuor d’acqua, 2012, al Piccolo di Milano). Dare gioia, insegna Guido, è sempre, ad ogni età, un duro, molto duro, a volte straziante mestiere.

 

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