Si parte da lontano, dal mito di Europa che rapita da Zeus cede alle metaformosi del Padre degli Dei per dare il via ad una stirpe mitica dei Re di Creta, Minosse da cui discese il Minotauro ed Arianna. Quei territori da Creta a nord presero il nome di Europa, dal significato di terra ben irrorata, feconda. Noi che oggi siamo attanagliati da una visione dell’Europa intesa come terra assediata, impaurita ed incapace di prevedere il futuro, discendiamo da questo. Su questa linea, apparentemente lontana, in realtà attualissima, si dipaneranno le tre iniziative che il Circolo degli Inquieti organizzerà nei giorni del 7, 8 e 9 ottobre, culminanti con il conferimento a Luciano Canfora della “pentola sghimbescia” che da diciannove edizioni connota l’Inquieto dell’anno.
Si inizierà la sera del 7 ottobre con un viaggio nell’Ellade tra poesia, musica e teatro dai testi di Costantin Kavafis e Giorgio Seferis, tradotti da Guido Ceronetti (già nostro Inquieto) ed interpretati dal “Teatro dei Sensibili” con Eleni Molos e Luca Mauceri. Il mito di Odisseo, rivive nelle liriche struggenti e profonde del poeta greco, che mai visse nella sua terra (lui nato ad Alessandria d’Egitto e vissuto in parte a Londra) e che invocando il lungo viaggio per raggiungere Itaca, vedeva il suo percorso umano di poeta scettico perdersi nei porti della vita.
Il pomeriggio del sabato 8, l’argomento si incentrerà sulla filosofia di Platone nella presentazione del libro del Prof. Valerio Meattini dal titolo “Anamnesi e conoscenza in Platone” intervistato dalla Prof.ssa Giosiana Carrara e con letture da Platone di Jacopo Marchisio. Nostro Inquieto ad honorem, il Prof. Meattini porterà il suo contributo nell’aula Consigliare del Comune di Savona. Simbolo dell’Agorà come la sottostante piazza Sisto, incarna appieno il ruolo dove il dibattito ed il confronto politico e democratico si dipanano e si contrappongono in quel gioco di opposti che crea l’armonia della democrazia. Ed in un simbolico dualismo il tempo successivo vedrà raggiungere il mercato Civico di Savona, luogo di scambio di derrate e di merci e quindi di culture. Il Mercato ricorda la tela di Guttuso “Vucciria” e la canzone di De Andrè “Creusa de ma” che termina con le voci dei venditori liguri, con ben più che assonanze al bacino del nord Africa che si bagna di questa koinè. Il momento di condividere i vini, l’olio e le focacce, prodotti che non a caso sono i simboli del corpo della Divinità, sarà quello che la moda di oggi chiama apericena, ma che un’altra sensibilità chiama compagnia, come condivisione del cibo.
La serata della domenica 9 nel salotto elegante del Teatro Chiabrera sarà la conclusione della tre giorni inquieta con la premiazione del Professor Luciano Canfora ad “Inquieto dell’anno”. Le doti che contraddistinguono questo illustre studioso sono universalmente note. Una in particolare che voglio sottolineare è come la classicità che determina la straordinaria modernità di questa mente, sia di guida in questi momenti di grande travaglio del mondo e della nostra Europa. Il pensiero classico, non come citazione del passato, ma come nascita della modernità ci sia da guida e da sentiero per i nostri comportamenti. In Canfora riconosciamo il Maestro che con spirito inquieto insegna, suggerisce ed apre le menti. L’evento prevederà momenti di teatro e di musica incentrati sulla grecità e non da ultimo una raccolta di fondi che finanzieranno anche solo in parte il ripristino del Museo Leopardi di Visso, comune in provincia di Macerata, colpito dal tragico terremoto dell’agosto scorso. In questo luogo sono conservati molti manoscritti del Poeta marchigiano, tra i quali “L’Infinito”. Come Inquieti riconosciamo in questo contributo un significato profondo di aiuto per queste terre martoriate che tanto hanno dato al nostro paese. Proprio dalla poetica leopardiana traiamo il senso della vita, che questi eventi ci danno. Le ginestre traggono dalla terra il loro nutrimento ma trovano in questa anche la causa della loro distruzione. In questi tragici momenti, dove tutto ci sembra negativo e volto contro l’essere umano, troviamo nella solidarietà la forza per combattere e superare i momenti più oscuri, per poter dire infine che il “naufragar m’è dolce in questo mare”.