Tarots: la mostra di Alessio Delfino dichiara la sudditanza dell’essere umano nei confronti del potere dei simboli.

Il 21 maggio presso i Chiostri di Santa Caterina di Finalborgo (SV), alle ore 18, verrà inaugurata la mostra dedicata alla nuova serie fotografica di Alessio Delfino, intitolata Tarots: un momento di riflessione sulla condizione umana partendo da una nuova interpretazione dei tarocchi, fonte tutt’oggi di fascinazione e inquietudine.

L’autore – che dal 1996 lavora come fotografo, creativo e art director pubblicitario, espondendo i suoi lavori in Gallerie, Musei e spazi pubblici in Italia e all’Estero – affronta un’interpretazione personale degli Arcani Maggiori del mazzo del Tarocco Marsigliese, introdotto in Europa durante l’occupazione araba della penisola iberica.

Tra gli Arcani della mostra si potranno ammirare La Papessa, L’Imperatrice, L’Amoureux, La Justice, La Mort,  Le Diable, La Maison de Dieu, L’Etoile, La Lune, Le Soleil tutte al femminile e in dimensioni giganti. La statura non rappresenta un esercizio di stile quanto piuttosto una dichiarazione di sudditanza dell’essere umano nei confronti del destino e del maschile nei confronti del femminile: così intende la questione dell’eterno femminino il giovane artista ligure, che nella nuova serie tratteggia un universo femminile fuori dal tempo e immerso in un mondo di potenti simboli. 

“In un’epoca post-razionalista – scrive il critico e curatore della mostra Nicola Davide Angerame – dove la società dello spettacolo ha preso il posto della fede, questo lavoro di Alessio Delfino ci ricorda che i Tarocchi sono legati indissolubilmente all’ermetismo, alla cabala e all’esoterismo in generale e affondano le proprie radici alle origini della nostra cultura, che sono mitologiche e simboliche, prima ancora che razionali e scientifiche”.

La sua arte fotografica, infatti, possiede differenti livelli di lettura: può essere esteticamente appagante, nel senso pellicolare del nudo artistico oppure può portare il discorso nelle profondità della storia, laddove si perdono le origini mitiche e filosofiche dei Tarocchi, spesso intesi esotericamente come pagine di un libro sapienziale interrotto e frammentario, i cui messaggi hanno suscitato una mole inesauribile di interpretazioni, capaci ancora oggi di inquietare ed affascinare studiosi e appassionati.

“Stilisticamente – prosegue Angerame – la fotografia di Delfino dialoga con alcuni grandi autori che hanno cambiato la storia del nudo fotografico degli ultimi tre decenni: con Helmut Newton condivide il gusto di ritrarre una donna di tipo nuovo, marziale e dotato di una bellezza post-femminista, più consapevole e dai tratti aggressivi, decisionisti, manageriali, perfino sadici. Di David LaChapelle assume un certo gusto per il gioco, per l’ammiccamento (appena accennato) e per un barocchismo che, se in LaChapelle conosce i noti eccessi ultrapop e manieristi, in Delfino resta sommesso per non rompere l’equilibrio imposto dal serafico afflato delle carte del destino. Di Erwin Olaf  Delfino ammira le atmosfere vintage ed eleganti, evocative e misteriose, che sottraggono gli Arcani Maggiori dalla temporalità di un realismo che viene neutralizzato, così come l’erotismo, grazie alla desaturazione del colore e alla morbidezza delle luci.
Come fa notare Roland Barthes in un suo libro capitale: per chi guarda le fotografie di Delfino “è come se” dovesse “leggere nella Fotografia i miti del Fotografo, fraternizzando con loro, senza crederci troppo”. La fotografia di Delfino produce esattamente un tale effetto di fascinazione non violenta, di seduzione giocosa, di seria ilarità dando all’immagine la possibilità d’essere letta su più piani, stratificandone così il senso e annunciando una fotografia capace di unire glamour e suspense. Come se la bellezza fosse soltanto la maschera di una verità più  profonda”.

“L’insegnamento che l’uomo può assumere dai Tarocchi è in realtà alla portata di tutti, ma non tutti approfondiscono” – dice l’Autore degli scatti. “Chi lo fa scopre di avere un libro a disposizione che parla per immagini e che permette l’accesso ad una conoscenza più profonda e filosofica. Non si tratta di misticismo, ma di riflessione, anche razionale. Trovo poi interessante che i Tarocchi siano legati in vario modo a tutto l’esoterismo antico indoeuropeo, inclusa la Cabala, che è un insegnamento antichissimo che parte dall’alfabeto ebraico”.

Inquietudine e Futuro partendo dall’antichità quindi. All’apertura della Festa se ne parlerà anche con il Prof. Valerio Meattini, Ordinario di Filosofia Teoretica all’Università di Bari: Da sempre il controllo del tempo permette di coltivare la speranza e controllare l’angoscia. Vedremo alcune modalità di ‘anticipazione’ del futuro a partire dall’antichità e poi ci soffermeremo sull’enigmatico mondo dei tarocchi e le potenzialità che ci offre di costruzione della personalità”.

Sui Tarocchi vedi anche la Sala dell’Antico Futuro a cura di S.P.I.A.

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